Fondazione Valle Bavona
Foto di R. Martini

Formazioni boschive

Il bosco copre complessivamente 2'864 ha del territorio della Valle Bavona, pari a un tasso di boscosità del 24,2 %. Il 59,4% è composto da latifoglie mentre il restante 40,6% da aghifoglie. Il tasso di boscosità è molto elevato nel fondovalle, diminuisce invece drasticamente sui versanti.

L'abbandono della castanicoltura ha provocato un progressivo inselvatichimento delle numerose selve castanili presenti lungo il fondovalle. Il recupero di alcune selve castanili con l'obiettivo di valorizzazione delle funzioni produttiva, paesaggistica e culturale è già espressamente dichiarato nell'ambito del Piano forestale regionale della Valle Bavona. Interventi di recupero di selve castanili sono promossi dalla FVB e dal VII Circondario forestale, come per esempio quelle di Fontana, di Sabbione, di San Carlo.

Faggeta - Foto di Mirko Zanini

Fiume Bavona e la zona golenale

Il bacino idrografico della Valle Bavona, con una superficie di circa 117 km2, è formato da numerosi riali laterali e laghetti alpini. Diversi torrenti secondari rimangono per buona parte dell'anno inattivi e solo in occasione di forti precipitazioni si trasformano in minacciosi immissari. Il fiume Bavona nasce tra i ghiacciai della regione del Basodino all'incirca a quota 2'600 m/s.m.

I greti nudi, e quelli a vegetazione pioniera, così come i boschi golenali umidi, costituiscono ambienti la cui esistenza è indissolubilmente legata ad una dinamica fluviale naturale. Dal punto di vista naturalistico sono ambienti molto importanti in quanto ospitano un'innumerevole quantità di specie animali e vegetali. Il comparto fluviale della Valle Bavona tra le Terre di Sonlerto e Sabbione è stato inserito nell'Inventario delle zone golenali di importanza nazionale (Ogg. 227; 87 ha).

La zona golenale della Valle Bavona non è stata modificata sostanzialmente da interventi antropici. Il suo carattere risulta pertanto naturale anche se interventi puntuali di arginatura realizzati per motivi di sicurezza hanno ridotto l'estensione dei comparti alluvionali. Tuttavia in seguito alle captazioni per le centrali idroelettriche, la portata attuale media è ridotta di oltre il 60% rispetto a quella naturale.

Nel 2006 è stato approvato il Decreto di protezione della zona golenale della Valle Bavona che ne concretizza la protezione. Il Decreto mira principalmente:

  • alla conservazione e al ristabilimento della dinamica naturale del regime delle acque e dei sedimenti;
  • alla conservazione e allo sviluppo della diversità delle specie indigene e delle comunità tipiche delle zone golenali, nonché degli elementi ecologici indispensabili alla loro esistenza;
  • alla conservazione delle caratteristiche geomorfologiche; 
  • alla sensibilizzazione e alla ricerca.

Zona golenale a Sabbione - Foto di Mirko Zanini

Laghetti alpini

La regione della Valle Bavona offre diversi laghetti alpini di magnifica bellezza. I principali laghetti sono i seguenti: Laghi di Formazzöö (2'146 m/s.m. e 2'251 m/s.m.), Laghi della Crosa (2'116 m/s.m. e 2'153 m/s.m.), Laghetti d'Antabia (2'126 m/s.m. e 2189 m/s.m.), Lago Bianco (2'077 m/s.m.), Lago Sfundau (2'392 m/s.m.) e Lago Nero (2'387 m/s.m.). Essi hanno per lo più un'origine glaciale, più raramente provocata dalla lenta erosione dall'acqua che ha disciolto le rocce calcaree. Lo sfruttamento idroelettrico dei corsi d'acqua nella regione di Robiei ha pure portato alla creazione di dighe di notevoli dimensioni caratteristiche di questo paesaggio idroelettrico: Lago del Zött (1'940 m/s.m.), Lago dei Cavagnöö (2'310 m/s.m.) e Lago di Robei (1'940 m/s.m.).

Laghi della Crosa - Foto di Mirko Zanini

Ghiacciai

Il ghiacciaio del Basodino, con i suoi  2.3 Kmq di superficie e 50 mio di mc di volume è il più grande del Cantone Ticino. Esso occupa il versante settentrionale dell'omonimo pizzo, tra i 2'600 e i 3'200 m di quota. Nelle sue immediate vicinanze troviamo altri ghiacciai più modesti purtroppo quasi scomparsi: Cavergno, Arzo e Cavagnoli. Anche il ghiacciaio del Basodino si sta purtroppo arretrando, tanto che dal 1850 ad oggi, è rimasto soltanto il 30 % di ghiaccio e attualmente ritiro medio è di 5.6 m/anno, mentre per quello del Cavagnoli è di 7.5 m/anno.

Basodino

Prati secchi

I prati secchi - spesso chiamati anche prati magri - sono ambienti di grande interesse naturalistico per la ricchezza di specie animali e vegetali che ospitano.  Questi prati si trovano in ambienti particolarmente secchi e possiedono un suolo povero in nutrimenti e spesso poco profondo.

Questo tipo di ambiente, di particolare interesse naturalistico, è divenuto raro su tutto il territorio svizzero. In Valle Bavona sono stati inventariati alcuni prati secchi di importanza cantonale e un prato secco di importanza nazionale che si trova in Valle di Campo, sotto Robiei.

Prati secchi sui Monti di Cavergno - Foto di Mirko Zanini

Paludi

In Valle Bavona sono presenti paludi di estensione relativamente limitata, ma che grazie alla loro qualità figurano nell'Inventario delle paludi di importanza cantonale. Una palude si trova in Val d'Antabbia, sul pianoro al di sotto della capanna del Piano delle Creste, mentre le altre sono nella regione di Robiei, al Lago Bianco e all'Alpe Lielp. Si tratta di formazioni umide acidofile dominate sovente dalle piccole carici. Una piccola palude basofila è pure presente al Piano delle creste. Questi ambienti sono particolarmente rari e pregiati e meritano di essere conservati e valorizzati in quanto ospitano specie vegetali e animali che trovano il loro habitat solo in queste condizioni il loro habitat ideale di vita.

Palude al Piano delle Creste - Foto di Mirko Zanini

Paesaggio agricolo tradizionale

L'attività agricola in Vallemaggia, e a maggior ragione in Valle Bavona, è da sempre ampiamente condizionata da un territorio poco favorevole, impervio e scarsamente produttivo. Le tecniche di produzione di un tempo, utilizzate ancora fino a qualche decennio fa nelle nostre valli, erano rudimentali ma ingegnose e determinavano una gestione estensiva del territorio favorendo la formazione di ambienti diversificati: caraa e muri a secco in sasso, siepi e boschetti, terrazzamenti, scalinate e sentieri che conducono ovunque, corti e alpeggi, alberi da frutta, selve castanili, ecc. Il tutto realizzato con una notevole armonia, maturata con l'esperienza di una vita profondamente relazionata con il territorio. In questo paesaggio agroforestale tradizionale vivono diverse specie animali e vegetali.

Roseto - Foto di Dante Bianchi